La cappella di San Tommaso a Calcara

Era intitolata agli apostoli Pietro e Paolo, e fu un tempo anche parrocchia, la chiesetta che oggi è comunemente chiamata S. Anna, nel cuore del quartiere che un tempo era denominato “Calcara” a causa dell’esistenza di una fornace per la produzione della calce.

All’interno della chiesetta si scorge, dipinto nell’intradosso del secondo arco di sinistra, il busto di San Tommaso, forse parte di un’opera pittorica più grande, coperta o distrutta dalla calce. Il dipinto testimonia il passaggio in S. Pietro del Beneficio di San Tommaso, dopo che la cappella dedicata all’apostolo, costruita nello stesso quartiere di Calcara (nei pressi dell’attuale vicolo?), era andata in rovina.

La cappellina di San Tommaso à Calcara doveva avere origini sicuramente molto antiche e, al principio del Seicento, già in rovina. Nel 1625 era sicuramente già sconsacrata e, descritta in un contratto come “camera vecchia“, venne concessa in enfiteusi e il beneficio trasferito nella chiesa di San Pietro a Calcara. In particolare nell’atto si legge che don Andrea Colamazza, cappellano di San Tommaso “dentro Sto Pietro de Carcara, concede in enphiteusim in perpetuum à Francesco Ferraro una certa camera vecchia che anticamente si diceva esser stata cappella et si chiamava la cappella di Sto Tomaso già profanata sita in Capri dove si dice a Sto Tomase (…)”. (1)

Nel 1732 il beneficio di San Tommaso, passato da Gennaro a Ignazio Savastano, sacerdoti napoletani, frutta ducati 8.65 annui. Le rendite provengono da una vigna nel luogo detto pastino, un campo con diverse abitazioni nel luogo detto Matromania, una casa diruta che fu la cappella di S. Tommaso. Il “peso” del beneficio, di iuspatronato della Annunziata di Napoli, consiste in due messe mensili da celebrarsi nella chiesa di S. Pietro a Calcara finalmente riparata.(2) Scomparsa dunque ai principi del Seicento la cappella, rimase però il toponimo : A’ Calcara e proprio à Sto Tomase. Lo troviamo ripetuto in molti documenti dei secoli XVII e XVIII ed è giunto fino ai giorni nostri, attribuito allo stretto vicolo che collega via Le Botteghe con via Sella Orta. E’ in quei dintorni, forse proprio vicino alla gioielleria (un tempo macelleria) che doveva trovarsi l’antica cappella. (3)